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La matematica (light, senza esagerare..), la numerologia (e la cabala) hanno occupato nelle scorse settimane ampi spazi di comunicazione social, per raccontarci che il 2025 sarà un anno fantastico.

Il fondamento di questi sempre graditi buoni auspici si troverebbe in una serie di indicatori e combinazioni speciali. Tanto per iniziare, la somma dei numeri base (0+1+2+3+4+5+6+7+8+9) fa 45, che elevato al quadrato (45×45) da 2025. Bene? Ancora, c’è chi ha constatato (pure!) che la somma di 20+25 fa sempre 45. La cosa simpatica del tutto è che 2025 è un quadrato perfetto: fatto accaduto prima nel 1849 e nel 1936. I nostri quasi centenari hanno vissuto due volte il quadrato perfetto.

Se poi si guarda ai numeri base e si elevano al cubo, udite udite, sommandoli, si ottiene ancora 2025. La prossima combinazione del genere sarà tra mille anni esatti. La precedente è stata nel 1296 (Dante lo sapeva).

Ma tutto questo lo raccontiamo per farvi sorridere, prima di raccontare perché crediamo che il 2025 può, anzi deve essere realmente un anno eccezionale.

Innanzitutto diciamo che possiamo, un po’ tutti, togliere la testa dalla sabbia. Impegnati a sollecitare pensiero ed azione sul tema del Futuro delle nostre Comunità, ci chiediamo come fare per diffondere, di più e meglio, un messaggio di impegno verso il cambiamento e di “chiamata alle armi” (in senso metaforico) per Riabitare la Sardegna.

Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare.

Sir Winston Churchill

Internazionale dell’arroganza

Pensiamo che l’onda gigante del cambiamento sociale ed economico internazionale (che sta arrivando) debba essere “serfata”, non subita. Anche perché è talmente alta e voluminosa che….

Da un lato, si manifesta in tutta la sua pericolosità la cultura egemonica “americana”, quella cultura del “drill, baby, drill” (perfora, ragazzo, perfora) che pone al centro dell’esistenza il profitto (loro) a discapito delle sorti dell’intero pianeta (quindi anche noi e chi verrà dopo di noi). Una paurosa alleanza tra miliardari tech e politica protezionista USA sta portando l’Europa ad essere vaso di coccio tra vasi d’acciaio.

Dall’altro, la regione è sotto assalto delle multinazionali dell’eolico e del green (ma il verde colore rappresentativo delle banconote).

Regional nazionale della gaudenzia

In tanti nostri Paesi assistiamo ad una gaudenzia ingiustificata, fatta di rituali senza senso, di porceddu e “birriadi” in  sagre con espressioni folcloristiche che assomigliano sempre di più ai balli e riti tribali che i pellerossa e gli indigeni regalano ai visi pallidi colonizzatori. Per non parlare, pietosamente, dei modelli familiari del turismo del mare e dei villaggi vacanza. Del turismo insostenibile e speculativo de noantri.

Ci domandiamo cosa significa oggi, per i residenti nell’isola, essere Sardi e come, aldilà delle fazioni politiche-partitiche, si possa (anzi si debba) convergere tutti sulla riscoperta e valorizzazione di radici e genius loci  per costruire un Futuro identitario e distintivo nello scenario mediterraneo e internazionale.

Si sta vivendo al di là delle reali possibilità. Siamo preoccupati per lo smarrimento del senso del dovere e della passione del lavoro di tanti. Vorremmo trasmettere positività e sostegno all’intrapresa giovanile ed al ritorno degli investitori.

Dei Sardi all’estero, dei Sardi per scelta.

Ma esattamente, chi siamo e cosa vogliamo diventare, cosa vogliamo fare?

Community Force Metodology ©2025

Smart village e glocal culture

Crediamo che la vera e unica soluzione possibile per essere presenti e protagonisti nel prossimo decennio, è quella di  collocare i nostri Paesi e Territori nel mercato internazionale delle nuove residenze.  Sono quelle residenze nei nuovi “smart village”, nei “Sistemi Paese” ricercati dal  movimento di milioni di persone, anche alto spendenti, che hanno deciso di collocare parte della loro vita e del lavoro in contesti sociali e ambientali qualificati. Luoghi dai quali non scappi per la vacanza dopo 350 giorni di alienazione. Sono luoghi nei quali risiedi con piacere e crescenti relazioni ed affari.

È necessario sviluppare strumenti e connessioni IT, soluzioni digitali e tecnologiche per garantire o migliorare servizi e vivibilità. È indispensabile ammodernare i processi generativi di servizi e relazioni, di accesso alla informazione, di rafforzamento della identità culturale e della consapevolezza di intere Comunità.

Una residenzialità di recupero dei Paesi, di edifici qualificati, assistiti da piattaforme locali di servizi AI, da connettività e domotica, inseriti in contesti di nuova qualificazione urbanistica, sociale e ambientale.  È fondamentale avviare programmi e progetti, cambiando anche strutture e modelli regionali che ormai segnano il passo della inadeguatezza.

Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti.

Charles Robert Darwin

In alto i cuori

Con lo stile di vita, di relazione, di cultura che diventa cifra attrattiva del vivere e lavorare in Sardegna. Che consenta ai Sardi di rientrare ad investire e restare ed ai non Sardi di confermarsi “Sardi per scelta” per scegliere la Sardegna come luogo di vita e lavoro.

Solo chi non viaggia e non ha provato la fatica del vivere e lavorare “altrove”, quasi sempre dando prova – sardi emigrati – di abilità, senso del dovere, cultura del lavoro, non vede ancora che il Paradiso è qui. Ed è oggi, se solo lo volessimo veramente.

Ci piace militare (nel senso di esercitare una militanza culturale) e perseguire l’idea che il Futuro della Sardegna deve passare per la nuova proposta di “residenza glocal” nei nostri Paesi.

Per tutto questo, Riabitare la Sardegna si è già trasformata da sogno a programma che ora ha generato decine di progetti di sviluppo nei Comuni.

Quarantacinque

E per giocare sulla numerologia, registriamo che nel 2024 si sono eseguiti 20 progetti di sviluppo comunali  che ora entrano nella fase di investimento. Nel 2025 sono 25 i progetti in avviamento in Paesi-Città di Sardegna.

Scaramanticamente, nella smorfia napoletana 45 è il numero del “vino buono”. Quello che sta qualificando la Sardegna che cambia e che vogliamo idealmente alzare in calici per un augurio a tutte le Comunità che caparbiamente sono impegnate nel cambiamento, perché è loro la costruzione del Futuro possibile.

Ad maiora

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#riabitarelasardegna

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